Dalla caduta del Muro di Berlino in poi, la NATO ha progressivamente perso la propria caratteristica di alleanza difensiva per orientarsi sempre più come un ambito di collaborazione militare tra Paesi aderenti. È stata superata la contrapposizione con il Patto di Varsavia e con l’Unione Sovietica, e la NATO ha rapidamente adattato la sua postura alla nuova realtà geostrategica.
Nel 1956 la NATO costituì una commissione di tre saggi, presieduta dall’allora nostro Ministro degli Esteri Martino, per valutare un’altra opzione di interventi oltre a quella militare. La risposta fu che “la solidarietà e la cooperazione economica e culturale tra i membri dell’Alleanza sono importanti quanto la potenza militare”. Conseguenza fu la costituzione della rete dei Comitati Atlantici e dei relativi Club. In linea con questa enfasi sulla cooperazione anzichè sul solo intervento militare, nel 2017 fu istituito l’Hub di Napoli la cui missione è quella di cercare di cogliere segnali di possibili crisi che interessano i paesi del MENA e dell’area subsahariana. Rilevati questi segnali l’HUB provvede a coinvolgere gli organi competenti NATO perché vengano analizzati e definite le eventuali opzioni di interventi.
La NATO rimane ancora oggi l’organizzazione di riferimento per garantire un’adeguata cornice di sicurezza all’intera regione euro-atlantica, per esercitare la dissuasione, la deterrenza e la difesa militare contro qualunque minaccia. L’Italia è stata pienamente partecipe di ogni fase storica e di ogni evoluzione della Nato, fin dalla sua fondazione. Il nostro Paese contribuisce alle diverse iniziative dei tre core task in materia di difesa collettiva, gestione delle crisi e sicurezza cooperativa.
Per poter assolvere a tali compiti, la NATO dovrà mantenere adeguate capacità tecnologiche e operative degli strumenti militari dei Paesi membri, anticipare e prevenire le crisi e garantire la difesa collettiva. La costituzione dell’Hub di Napoli è la prova che l’Alleanza atlantica guarda anche al fianco sud e al Mediterraneo, come un’area di grande interesse strategico nella quale operare con continuità ed efficacia. È da qui che provengono, attualmente, le minacce più dirette alla sicurezza dei nostri cittadini, quali terrorismo ed estremismo violento, traffici illegali di ogni genere, tratta di esseri umani, proliferazione e commercio di armi. I prossimi anni, come quelli passati, non saranno facili. Saremo chiamati ad affrontare nuovi e probabili cambiamenti nello scenario internazionale. Ci saranno nuove incertezze e nuove realtà con cui fare i conti. Ma l’Alleanza atlantica continuerà a essere forte e coesa, perché è fondata su valori che uniscono i nostri Paesi, sulle due sponde dell’Atlantico. L’Italia continuerà a sostenere con forza, in ambito alleato, la necessità di una Nato capace di guardare e intervenire per fronteggiare tutta la gamma dei rischi. Il nostro Paese continuerà, come sempre, a essere parte attiva e propositiva nell’Alleanza; continuerà a onorare gli impegni assunti e ad aggiornare le proprie capacità di difesa in coerenza con tali impegni.
Il nostro Club ha già avuto modo di confrontarsi con la realtà dell’Hub diverse volte, l’ultima lo scorso anno con un webinar intitolato “Il COVID-19 e gli impatti sulla sicurezza e sull’economia dei Paesi MENA” organizzato dal Club stesso in collaborazione con il JFC Naples della NATO, l’ISMED del CNR ed il Club Limes di Napoli.
È in programma un nuovo incontro virtuale, aperto ai Soci ed ai componenti del CTS del Club, con il Gen. Davide Re, Direttore del NATO Strategic Direction South Hub e l’avv. Francesco Senese dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo per il giorno 14 aprile.